108 I CENTRI COMMERCIALI

I CENTRI COMMERCIALI e un aneddoto francese.

La nascita dei supermercati e dei grandi magazzini nel mondo.

Oggi fa caldo oggi è una giornata veramente calda e c’è anche un vento non forte ma abbastanza caldo e qui nel nord Italia……..

Oggi vi voglio parlare dei centri commerciali, dei grandi magazzini. Diciamo subito che attualmente i centri commerciali e i grandi magazzini hanno almeno in Italia ma un po’ in tutto il mondo, soppiantato (cioè sostituito, hanno preso il posto) dei piccoli negozi, i piccoli punti vendita al dettaglio, si chiamano cioè quei negozi che una volta vendevano poche cose ma che erano molto diffusi, cioè ce ne erano molti. Erano dei negozietti dove si poteva comperare il tutte le cose da mangiare diciamo. Il cibo e poi c’erano ovviamente altri tipi di negozi dove soi potevano comperare altre cose… Ora andiamo in un centro commerciale e troviamo tutto, possiamo comperare cibo, vestiti, scarpe, televisori o fiori, lampadine. Questo è un vantaggio perché in un unico luogo troviamo tutto quello che ci serve. Però voglio anche un po’ spiegare come e quando sono nati i centri commerciali, così come sono organizzati ancora oggi.

Dunque quello che possiamo definire il padre fondatore dei centri commerciali è stato un francese, un certo Aristide Boucicaut. Boucicaut era nato in Francia, figlio di un venditore di cappelli nato e cresciuto in Normandia dove faceva il venditore ambulante. (dunque i venditori ambulanti sono quelli che ancora oggi ad esempio in Italia fanno i mercati. I mercati all’aperto. In tutte le città italiane ci sono gli “ambulanti” che una volta alla settimana si riuniscono appunto in grandi mercati all’aperto e con le loro bancarelle….. vendono le loro merci. Le bancarelle sono dei “tavoli” fatti di legno dove sono appoggiate le merci da vendere). Probabilmente questo Boucicaut girava con la sua merce da una città a un’altra a vendere cappelli.

Nel 1829 si trasferisce a Parigi e incomincia a lavorare in un una specie di bazar ( la parola bazar è ancora oggi usata in Italia per definire un posto, magari un negozio dove si vende un po’ di tutto, magari in modo un po’ disordinato……un bazar quando c’è un luogo un po’ disordinato noi diciamo questo luogo sembra un bazar…). Nel 1845 viene assunto da un negoziante che ha una specie di boutique……. che si chiama Au Bon marchè. (queste parole esistono ancora in italiano e significano a buon mercato, sono diventate un’espressione idiomatica che vuol dire a buon prezzo, a prezzo conveniente.) Boucicaut era un uomo con molta iniziativa e dopo qualche anno ha proposto ai suoi datori di lavoro (cioè ai proprietari dell’attività dell’azienda dove lui lavorava) di creare un vero e proprio grande centro dove la gente poteva comperare di tutto. La cosa ebbe un enorme successo e i clienti erano moltissimi. Infatti qualche anno dopo Boucicaut realizza insieme ad altri soci un grande centro che esiste ancora oggi a Parigi.

In realtà oggi questo centro commerciale non è affatto a buon mercato ma molto costoso e in pratica solo per gente ricca.

E vediamo un po’ in Italia.

In Italia il primo centro commerciale se così vogliamo chiamarlo è stata la Rinascente di Milano. Esiste ancora oggi ed è in pratica un grande magazzino di buon livello molto vicino a Piazza Duomo…….nel centro di Milano. La Rinascente deriva il suo nome da “rinascita” e deve il suo nome a Gabriele D’Annunzio un poeta italiano  che ha in pratica inventato questo nome. La Rinascente è sorta a Milano nel 1900……e da molti anni ha la sua sede milanese in un palazzo con diversi piani appunto a Milano. Io ci sono andato molte volte, soprattutto durante le feste di Natale, nei giorni che precedono il Natale. Nei giorni che precedono il Natale. Mi piace andare a Milano in quel periodo, ci sono i negozi addobbati, le luci, gli alberi di Natale. C’è un atmosfera festosa, particolare.

Bene ora diamo un ‘occhiata in generale quali sono i centri commerciali più famosi e più grandi del mondo.

Ecco il più grande è in Cina e ha una superficie di 600.000 metri quadrati, una superficie immensa. Tanto per dare un idea è come la superficie di 84 campi da calcio. Dal punto di vista commerciale però non ha avuto molto successo, pochi clienti rispetto al previsto, a volte lo chiamano il centro fantasma. Anche il secondo per grandezza è cinese e si trova vicino a Pechino. Anche in questo caso la clientela è stata inferiore alle aspettative. Al terzo posto troviamo un centro commerciale in Tailandia, a Bangkok con una superficie di 390.000 metri quadrati. All’interno c’è un piccolo treno che trasporta le persone. In questa classifica non poteva mancare Dubai con un centro commerciale di 350.000 metri quadrati. Al suo interno ci sono 120 ristoranti. Si trova in un edificio alto del mondo con i suoi 829 metri…..   

Devo dire che non amo i centri commerciali, non mi piace molto andarci anche se devo dire che a volte sono comodi è fuori di dubbio. Si trova tutto quello di cui si ha bisogno. In alcuni paesi credo che abbiano più senso che in altri. Nei paesi arabi, in Quait ad esempio il centro commerciale è anche un luogo dove le persone hanno la possibilità di camminare, quando all’esterno ci sono spesso più di 40 45 gradi è ovvio che la gente preferisca camminare in un centro commerciale, al chiuso. Diciamo che è comprensibile.

Ma poniamoci una domanda, sarebbe meglio se i centri commerciali non ci fossero? Cioè per le persone, per i consumatori sarebbe meglio o peggio? Beh allora quando non c’erano in Italia si diceva che i piccoli negozi avevano prezzi molto alti e che la grande distribuzione e i centri commerciali sarebbero stati la soluzione. Oggi che sono stati costruiti molti centri commerciali abbiamo il problema che molti piccoli negozi hanno chiuso l’attività. Ed è un peccato diciamo, almeno a mio giudizio.

……….

Bene  ora un brevissimo aneddoto. Eravamo in Francia per una vacanza con degli amici, io mia moglie i miei due figli, allora piccoli, e un’altra famiglia con tre figli. Eravamo in vacanza a Capde d’Age e un giorno abbiamo deciso di andare a Montpellier per vedere un centro commerciale, allora in Italia non ce n’erano molti. Bene arrivati lì ci siamo accorti che il centro commerciale era enorme, veramente grandissimo quindi entusiasti siamo entrati per parcheggiare l’auto. Anche il parcheggio era enorme, con molti piani interrati. Non so forse cinque o sei, molto grandi. Bene parcheggiate le auto siamo saliti e siamo riamasti forse due o tre ore nel centro commerciale a fare shopping, poi verso metà pomeriggio abbiamo deciso di tornare e siamo andati al parcheggio. Perfetto nell’entusiasmo della visita nessuno, dico nessuno si era presa la briga (prendersi la briga, per gli amanti delle frasi idiomatiche, significa che nessuno si era interessato a questa cosa , nessuno si era dato da fare) appunto per capire e ricordarsi in qualche modo dove avessimo parcheggiato l’auto. Nessuno si ricordava esattamente il , quarto? Terzo….no quinto. Avete capito la situazione. In un parcheggio enorme con centinaia di macchine parcheggiate, con cinque bambini ai quali nessuno voleva spiegare che i papà avevano dimenticato dov’era la loro macchina….. Bene abbiamo girato in lungo e in largo vari piani dell’enorme parcheggio. Non so quanto tempo sia passato, ma non si è trattato di minuti…ma di oltre un’ora. Alla fine ovviamente abbiamo trovato le auto e siamo tornati tranquillamente a Cape D’Age. Esperienza utile che mi ricorda però un altro aneddoto simile degli anni ’70. Milano, stadio di San Siro. Partita serale del Milan con una squadra olandese per la coppa dei campioni. Inverno serata con una nebbia fittissima. A volte a Milano soprattutto negli anni scorsi la nebbia poteva essere veramente un problema. Bene, partita entusiasmante, vittoria del Milano, tifo e gioia incontenibile. Bellissimo, serata stupenda, un po’ fredda. Ero con mio padre avevo forse diciassette anni, non ricordo esattamente. Bene dopo la partita siamo usciti dallo stadio, nella fretta di parcheggiare nessuno aveva memorizzato la posizione della macchina, la nebbia fittissima certamente non aiutava. Non eravamo i soli, ombre scure si aggiravano nel grande parcheggio ognuno alla ricerca della propria auto, voci di gente che discuteva la posizione dell’auto, rumori, attenuati dalla nebbia, di tanto in tanto motori che si accendevano, fari accesi. Un situazione tragicomica e irreale. Avvolti dalla nebbia ci siamo aggirati nel parcheggio per una buona mezz’ora, forse di più. Alla fine molte auto se ne erano andate ed è stato più facile individuare la nostra. A quel tempo le macchine erano quasi tutte grigie o con colori molti simili, il che non aiutava. Che bello quando avevo la macchina rossa, la trovavo subito nei parcheggi! Quando cambio la macchina la compero ancora rossa.

Ciaooo…