148 Una gita in Liguria.
Ciao a tutti…..
Premetto che potete trovare il testo di questo podcast sul mio sito : ITALIANO PER STRANIERI CON MARCO.
Bene…spero stiate tutti bene (congiuntivo presente….con il verbo sperare….spero siate…).
Qui nel nord Italia da qualche giorno fa un po’ caldo…o meglio la temperatura al mattino, o di mattina, è abbastanza bassa, e anche di notte fa freddo, poi durante il giorno la temperatura si alza anche a venticinque gradi. Cioè c’è uno sbalzo termico molto forte. Ed è per questo che due settimane fa ho preso una forte influenza…sono stato ammalato. Avevo la febbre un po’ alta, circa trentotto e mezzo. Ho preso per un po’ di giorni un antibiotico e sono rimasto un po’ a riposo. Mi sentivo tutte le ossa indolenzite….indolenzite significa che una parte le corpo fa un po’ male. Quando si ha la febbre ci si sente…..ci si sente (forma impersonale del verbo sentire….ci si sente…..una persona si sente stanca…) indolenziti, ci si sente stanchi. Poi è passata e adesso sto bene.
Bene dunque come mi ero ripromesso, all’inizio dell’anno, io e mia moglie vogliamo spostarci, andare in giro, un po’ di più di quanto abbiamo fatto lo scorso anno. Ecco era uno dei propositi per il nuovo anno. Bene dunque sabato, sabato scorso, abbiamo fatto una gita di un giorno con degli amici. Siamo andati in Liguria. Le previsioni del tempo erano belle e quindi abbiamo deciso di trascorrere una giornata al mare. Un nostro amico ha diciamo organizzato il tutto (ecco a volte si usa questa espressione….il tutto per dire una serie di cose che qualcuno fa….il tutto, cioè le cose necessarie per la buona riuscita di un’attività).
Bene siamo partiti poco prima delle sette di mattina, l’accordo era di trovarci in un bar vicino all’ingresso dell’autostrada. In tutto eravamo quindici persone con quattro automobili. Noi, io mia moglie e nostro figlio Simone, siamo arrivati al bar poco prima delle sette, dopo un po’ sono arrivati gli altri, una coppia con un bambino piccolo, di sei anni, una coppia senza figli, una famiglia di quattro persone e una signora con un figlio. Tutti hanno fatto colazione con l’immancabile cappuccino e cornetto. Da qualche anno io non prendo più il cappuccino con il latte, faccio fatica a digerirlo, quindi prendo un cappuccino con il latte di avena, molto meglio. Bene lì al bar diciamo l’organizzatore della gita ha deciso che saremmo andati in Liguria (condizionale passato per parlare del futuro, saremmo andati) prendendo un autostrada che passa per il Piemonte e poi va in Liguria.
Noi la chiamiamo l’autostrada di Alessandria perché passa per quella città. Bene tutti eravamo d’accordo anche perché, di solito, su quell’autostrada diciamo che c’è poco traffico e quindi saremmo riusciti (ancora condizionale passato…saremmo riusciti…) a trovare poco traffico anche se la strada sarebbe stata un po’ più lunga. Infatti avremmo potuto (ancora condizionale passato per esprime una possibilità…avremmo potuto) prendere un’altra autostrada che però passa molto vicino a Milano e che di solito è più trafficata. Bene ci siamo salutati e ognuno è partito. Noi siamo partiti con qualche minuto di ritardo e…dato che non eravamo nella nostra città ma in una città vicina e non conoscevamo bene l’ingresso dell’autostrada…abbiamo…abbiamo sbagliato la direzione e abbiamo imboccato l’autostrada nella direzione opposta, siamo andati cioè verso Milano. Va beh niente di grave, cose che succedono…una piccola figura con gli altri della comitiva che hanno preso la strada giusta…va beh..
Dopo qualche minuto abbiamo avvertito con il cellulare l’organizzatore che avevamo sbagliato direzione e quindi ci saremmo visti direttamente in Liguria. A Camogli, questa era la nostra meta, Camogli un piccolo paese arroccato sulle montagne liguri, nella riviera di levante, cioè a est di Genova. Bene dopo circa due ore e un quarto di strada abbastanza trafficata ma neanche tanto, con però molte curve abbastanza strette per un autostrada, siamo arrivati a destinazione, verso le nove e mezza. L’accordo era di trovarsi in un certo parcheggio vicino alla caserma dei vigili del fuoco. Niente di più facile, ormai con i navigatori basta impostare con Google map un itinerario e tutto è facile, in teoria. Siamo arrivati lì e ……non c’era parcheggio, c’erano moltissimi turisti che come noi giravano in auto per cercare un parcheggio ovviamente introvabile. Abbiamo trovato l’organizzatore della gita e altri che cercavano parcheggio….niente…abbiamo girato per…forse mezz’ora, forse di più e alla fine abbiamo trovato un posto nel parcheggio di un supermercato, però abbastanza lontano dal luogo…diciamo di ritrovo per la gita.
Infatti secondo il programma avremmo dovuto trovarci sul lungomare e poi avremmo dovuto fare una camminata di circa tre ore e arrivare ad una antica Abazia, in una località, San Fruttuoso. Da lì saremmo dovuti tornare con un battello a Camogli. Bene io e mia moglie abbiamo deciso non fare la camminata. Siamo rimasti a Camogli, e abbiamo camminato sul lungo mare per un paio d’ore, (e abbiamo mangiato delle gustosissime focacce liguri al formaggio…eccezionali devo dire). C’erano molti turisti, c’era un bel sole e la temperatura era piacevole. Nel porto, non molto grande, c’erano moltissime piccole barche di pescatori. Noi abbiamo camminato lungo il molo e ci siamo fermati a guardare il mare, era da un po’ di anni che non andavamo al mare, forse da prima del Covid. Il mare era molto tranquillo, limpido e calmo. In questa zona della Liguria l’acqua del mare è molto pulita, il fondale è roccioso e si vedevano molti pesci nell’acqua. C’era anche una piccola spiaggia fatta di sassi e verso mezzogiorno alcune persone hanno fatto il bagno anche se credo che l’acqua non fosse particolarmente calda…
Eravamo un po’ indecisi, ma nel primo pomeriggio abbiamo preso il battello e siamo andati all’Abazia dove ci siamo trovati con gli altri di ritorno dalla gita.
Ecco devo dire che è stata una scelta giusta, la camminata è stata un po’ “controversa” direi. Nel senso che alcuni dei partecipanti si sono poi lamentati, diciamo così, perchè il percorso, in pratica un sentiero che si inerpica (inerpicarsi significa salire su una cima o verso una cima su una montagna) in mezzo al bosco era abbastanza faticoso, soprattutto nella parte in discesa verso il mare.
Il percorso in battello, piccolo ma molto bello, pulito probabilmente nuovo, è stato invece molto piacevole, la vista della costa della Liguria dal mare è sempre splendida. Il verde delle montagne, il blu del mare e l’azzurro del cielo rendevano il paesaggio veramente splendido. Oltretutto Camogli ha un lungo mare particolare, ci sono molti vecchi palazzi di differenti colori. Spicca (cioè si vede molto bene…) il rosso, poi il giallo, l’arancione e quasi tutte le imposte delle finestre sono verdi. Questa “palazzata” (cioè questo insieme di palazzi alti) è in pratica costituita da case a più piani, anche cinque o sei, addossate le une alle altre, attaccate le une alle altre. Sono state costruite nel millesettecento e mille ottocento, ma in parte sono stare ricostruite, diciamo rifatte nel primi anni del 900. Come ho già detto in un altro podcast si dice che siano state colorate con differenti colori per far in modo che i pescatori, di rientro dalla pesca, potessero riconoscere anche da lontano la propria casa. Diciamo che queste case colorate ci sono anche in altre località della Liguria ma quelle di Camogli sono particolarmente belle.
Bene noi con il traghetto siamo arrivati appunto a questa Abazia. Lì c’è anche una piccolissima spiaggetta di sassi, che era molto affollata. Gente che prendeva il sole, comitive di ragazzi, persone che facevano il bagno. C’erano anche dei sub, attrezzati con le mute per andare in profondità. Infatti a poche decine di metri dalla riva nel fondale c’è una statua, il Cristo degli abissi. Una statua in bronzo a diciassette metri di profondità. E’ molto famosa in tutta la riviera ligure e molte persone vengono qui per vederla. Infatti c’erano ragazzi che con delle piccole canoe che andavano dove c’è la statua per vederla dall’alto, altri si immergevano con le bombole o anche in apnea (senza le bombole e trattenendo il respiro). L’acqua era molto limpida e probabilmente non è un immersione particolarmente difficile. Per questo motivo è un posto molto frequentato anche dai sommozzatori (così si chiamano appunto le persone che fanno i sub diciamo, che hanno come sport quello di fare delle immersioni).
Ecco c’erano persone che facevano anche snorkeling, guardando i pesci dalla superficie.
Una volta anche io ho provato a fare snorkeling, in Sardegna, ma non sono molto bravo a nuotare e quindi stavo molto vicino alla riva, però è affascinante guardare i pesci nell’acqua limpida. Mi è piaciuto quella volta.
Bene, verso le due e mezza sono arrivati all’Abazia gli altri componenti del gruppo, quelli che avevano fatto la camminata.
Come ho già accennato (accennare significa dire una cosa, magari brevemente, con poche parole e senza particolari) come ho accennato …alcuni si sono lamentati per il percorso. Il problema è stato che l’organizzatore è un tipo abbastanza sportivo, che cammina molto mentre alcuni componenti del gruppo diciamo che non erano molto allenati. Oltretutto alcuni non avevano le scarpe adatte ad un escursione del genere e quindi mi hanno raccontato delle difficoltà incontrate nei tratti molto sassosi del sentiero.
Va beh, comunque alla fine tutti sono arrivati, sani e salvi (è un modo di dire, sani e salvi….magari stanchi ma niente di più).
Con loro abbiamo visitato l’Abazia, molto antica. Risale infatti a prima dell’anno mille. Non è molto grande ma la costruzione è caratteristica, tutta in pietra e in parte in mattoni. E’ tenuta molto bene. Questa Abazia, di San Fruttuoso è dedicata appunto ad un santo spagnolo, San Fruttuoso di Tarragona. Tarragona è una città della Spagna nord orientale a 100 km da Barcellona, in Catalogna. Si dice che le spoglie del santo furono trasportate appunto all’Abazia di San Fruttuoso per preservarle dagli arabi che invasero la Spagna. Le origini risalgono all’ottavo secolo dopo Cristo quando il vescovo di Tarragona si rifugiò proprio a San Fruttuoso per fuggire dagli arabi e portò con sé le spoglie del santo. Per molti anni l’abazia fu abitata da monaci benedettini, uno degli ordini più importanti. All’interno della costruzione ci sono anche le spoglie di molti componenti della famiglia dei Doria.
Infatti in un sepolcro sono conservate le spoglie di sette componenti della famiglia Doria che ha avuto molta importanza nella vita politica di Genova nel medioevo.
Ecco all’intero c’è anche un piccolo museo che raccoglie vari oggetti ritrovati sul posto, scodelle e vasellame di ceramica di vario tipo risalente al XIII secolo, ben conservati.
Dunque, se passate da queste parti vale la pena di spendere mezza giornata per una gita in battello e visitare l’Abazia. Se siete allenati a camminare un po’e avete scarpe buone, (non servono scarponi da montagne ma sono utili scarpe abbastanza alte, che tengano bene la caviglia del piede e che abbiano la suola di gomma) potete anche fare il percorso a piedi.
A volte le scarpe he ho descritto si chiamano pedule o scarpe da trekking. Aiutano molto su sentieri sassosi anche se non sono adatte per diciamo percorsi di alta montagna troppo impegnativi.
Bene finita la visita all’Abazia siamo tornati, in battello, tutti insieme, a Camogli e abbiamo bevuto un Spritz sul lungomare. Poi abbiamo fatto uno “scambio di parcheggio”. Infatti la nostra macchina come ho detto, era parcheggiata molto distante dal lungomare. Allora abbiamo fatto così.
Due dei nostri amici che hanno la casa in un paese vicino sono andati a casa e ci hanno lasciato il loro parcheggio, molto vicino al lungomare. Loro se ne sono andati…e poi sono ritornati con una macchina sola… e noi, io e mia mia moglie con altri due amici, abbiamo fatto la posta al parcheggio (cioè abbiamo tenuto occupato….diciamo il parcheggio) che si è liberato mentre mio figlio è andato a prendere l’auto. Mentre eravamo lì sono arrivate tre o quattro persone che avrebbero voluto parcheggiare lì. Ma noi che eravamo proprio nel parcheggio abbiamo fatto segno con le mani che il parcheggio era occupato, questa “posta “ diciamo, è durata un quarto d’ora poi mio figlio è arrivato con la macchina e l’ha parcheggiata. Ecco fare la posta significa tenere d’occhio, controllare una situazione per ottenere uno scopo. Ad esempio si può dire fare la posta ad un appartamento che noi vogliamo affittare, in attesa che si liberi. Oppure anche controllare non so un sito web che vende qualcosa per vedere se riusciamo a comperare quello che ci interessa. A volte si usa: fare la posta.
Bene alla fine abbiamo cenato tutti insieme in una trattoria locale e alla sera, verso le nove e mezza siamo partiti da Camogli e siamo rientrati.
Non abbiamo trovato traffico anche perchè al sabato sera non c’è molta gente che torna dalla Liguria , in genere c’è molto più traffico alla domenica.
Siamo arrivati a casa verso mezzanotte, stanchi ma soddisfatti per una bella gita in Liguria.
Bene…