152 L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE EMOTIVA
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE EMOTIVA, COS’E’? PARLIAMONE UN PO’
Ciao a tutti oggi è una bella giornata, si sta bene e c’è il sole. Ma qualche giorno fa, la settimana scorsa qui è venuto un temporale fortissimo, con lampi tuoni e tantissima pioggia. Un po’ un evento metereologico come quello che ho descritto nel podcast UN NUBIFRAGIO, il numero 67.
Ecco la pioggia era veramente fortissima. C’erano tantissimi lampi. Io mi sono svegliato alle tre di notte per il rumore della pioggia e sono andato nella mansarda di casa mia per vedere se ci fossero delle infiltrazioni. E in effetti in un angolo di una delle finestre che ci sono, sul tetto della casa, c’era un rigagnolo d’acqua che entrava. Niente di che però c’era. L’acqua scorreva lungo il muro e poi scendeva sul pavimento dove si era formata una piccolissima pozzanghera di acqua. Niente di preoccupante, ho preso uno straccio e ho asciugato l’acqua……. Poi dopo circa mezz’ora il temporale è finito. Quindi niente di grave solo una seccatura. Che però mi ha fatto perdere un paio d’ore di sonno. Ma, vi chiedere ora, cosa c’entra un temporale con l’intelligenza artificiale emotiva? Niente, ovviamente, ma, durante il temporale io mi sono messo a sfogliare una rivista di scienza…… e ho trovato un articolo che parlava proprio di questo, poi, impegnato a controllare la finestra ho lasciato perdere, ma oggi ho riletto quell’articolo e ve ne voglio parlare un po’.
Dunque l’articolo parla appunto dell’intelligenza artificiale emotiva cioè di tutti quei programmi nei quali un programma, molto complesso è in grado (o meglio dovrebbe essere in grado secondo i programmatori che l’hanno progettato) di capire dall’espressione del volto di una persona, se questa persona è felice, triste, spaventata, terrorizzata, sconvolta, annoiata o altro.
Ecco questo è un vero o proprio campo minato (cioè un campo difficilissimo e incerto). Comunque molte società di software stanno sviluppando, anzi hanno già sviluppato, moltissimi programmi di questo genere. Uno dei primi esempi di applicazione dell’Intelligenza artificiale emotiva è quello applicato dalla società Zenus. Una società americana, Zenus, con sede in TEXAS. Il programma è stato testato a una riunione tenutasi a Liverpool, riguardante gli appalti pubblici, alla riunione c’era moltissima gente e il programma è stato in grado di etichettare……….. decine di persone e capire, dall’espressione del volto, se la persona era triste, annoiata, felice e altro. I programmatori di Zenus sono stati entusiasti dei risultati ottenuti. Questo programma va ben oltre l’identificazione facciale.
Ora sono ormai molte le aziende nuove che propongono programmi di intelligenza artificiale emotiva. C’è ovviamente Microsoft, Amazon e Google.
Questi programmi sono usati in diverse aziende per selezionare le persone da assumere in un determinato ruolo. I candidati, durante i colloqui, sono in pratica osservati dal programma che ne registra le emozioni, gli stati d’animo e alla fine esprime un giudizio sull’affidabilità della persona. I programmi sono ora in grado di esprimere giudizi sulla base non solo dell’espressione facciale ma ad esempio sulla base dell’andatura (cioè in base a come una persona si muove, cammina o, forse, gesticola). Anche in base a come parla, all’intonazione della voce o a come scrive e a quello che scrive.
Ci sono però diverse critiche a tutto questo. Infatti quella che noi chiamiamo intelligenza artificiale emotiva non è altro che un potentissimo programma in grado di confrontare le immagine del volto, la voce, le espressioni di una persona con miliardi di informazioni che sono state immesse nella sua memoria. E proprio qui sta il punto debole. Immettendo i dati nelle memoria di questi programmi i tecnici posso commettere errori o essere influenzati dalle loro convinzioni o pregiudizi, a volte razziali.
Al momento attuale molti pensano che questa tecnologia non sia ancora abbastanza affidabile. Ma se lo fosse, o se in futuro lo diventerà, gli usi potrebbero essere incredibili e a volte molto vantaggiosi. Ad esempio nella guida delle automobili, l’IA potrebbe dirci qualcosa del genere
“Marco, mi sembri un po’ stanco, dovresti fermarti, e bere un caffè”
Oppure
“Marco credo che tu sia un po’ nervoso, hai effettuato un sorpasso un po’ azzardato, ti ho visto molto teso mentre lo facevi, ti consiglio di calmarti e di ascoltare un po’ di musica rilassante, ti va se ti faccio ascoltare un po’ di canzoni di Battiato, so che ti piacciono.”
Marco ti vedo preoccupato per la pioggia molto forte, non devi esserlo, tra un quarto d’ora il temporale sarà terminato”
Bene qui ho fatto usare all’intelligenza artificiale anche il congiuntivo…alla grande. Avrà fatto un corso di italiano!
Qui comunque l’IA è, diciamo utile, magari ci da dei consigli che ci fanno evitare un incidente. Se così fosse benvenga questa intelligenza artificiale. (dire ben venga significa essere d’accordo su una cosa che sta per succedere o che succederà in futuro)
Bene riprendendo il discorso c’è da dire che è stato usato per una azienda un programma di intelligenza artificiale emotiva per selezionare il personale. Il programma analizzava le risposte ad alcune domande dei candidati, poi decideva, in base all’espressione del volto al testo delle risposte quali fossero i candidati più adatti per essere assunti..
Il programma genera un profilo basato su cinque parametri fondamentali: apertura mentale (cioè la capacità del candidato a essere pronto a considerare idee magari diverse dalle sue e accogliere le novità), estroversione (una persone estroversa è comunicativa, ama parlare con gli altri), coscienziosità (cioè il fatto di lavorare bene, si dice con coscienza, impegnandosi), amicalità (essere amichevoli significa avere dei buoni rapporti con gli altri magari quando si lavora in gruppo) e infine stabilità emotiva (cioè la capacità di affrontare anche situazioni un po’stressanti ). Il programma ha avuto successo perché le persone assunte con questo metodo di selezione sono state valide e hanno lavorato bene.
Dunque tutti questi programmi di riconoscimento facciale derivano per la maggioranza da quello che viene definito il deep learning in italiano l’apprendimento profondo, cioè la capacità dei programmi più avanzati di operare copiando le reti neurali (cioè le reti che nel nostro cervello collegano un neurone agli altri) per diciamo…imparare.
Certamente il programma può usare le sue reti per distinguere una mela da una pesca, come? Il computer diciamo non pensa, ma paragona, cioè fa un confronto tra l’immagine che noi gli proponiamo e tutte le immagini di frutti che il computer ha in memoria.
Il problema è che nel caso in cui il computer debba capire se una persona è felice o no, le cose si complicano non poco.
In un caso è stato fatto un confronto. Sono stati analizzati i volti di molte persone in particolare il volto dei membri del congresso degli USA per capire se fossero o no felici.
Sono stati confrontati i dati dei giudizi dei ricercatori con quelli dell IA emotiva.
Mentre i ricercatori hanno dato come felici l’86 per cento degli uomini e il 91 per cento delle donne, il programma ha dato per felici il 90 per cento delle donne ma solo il 25 per cento degli uomini.
E’ stato deciso che questa grande differenza è probabilmente dovuto a una interpretazione differente nel sorriso delle persone.
Questo tipo di programmi sarà usato (forse lo è già) per capire se un certo tipo di pubblicità è più o meno gradita da un pubblico, l’intelligenza artificiale emotiva potrebbe capire se quando c’è una certa pubblicità le persone sorridono, si divertono o no.
Tutto questo è un po’ un evoluzione di quello che viene chiamato MARKETING, insomma l’IA emotiva potrebbe essere usata per farci comperare più cose (non sempre utili, se non dannose). Quindi un applicazione non molto etica oserei dire. D’altro canto sono anni che i nostri comportamenti d’acquisto su internet vengono memorizzati e analizzati da potenti computer.
Tutto questo ha però dei grossi limiti, attualmente. E’ stato dimostrato che l’IA non è in grado di capire le emozioni facciali nei vari contesti, non riesce a capire che un espressione di un giocatore di calcio può sembrare di rabbia, in realtà il giocatore esulta per la vittoria.
Questi programmi potrebbero essere usati, se perfezionati, anche nelle scuole, l’insegnante tramite un IA emozionale potrebbe capire lo stato d’animo dei ragazzi durante le lezioni, noia, interesse o altro.
Anche nelle riunioni tra più persone il programma potrebbe capire se le persone sono interessate o annoiate, stupite o preoccupate.
Esiste come ho già detto un rischio di una discriminazione di genere tra uomini e donne e in alcuni casi anche razziale. Perciò la strada per il perfezionamento di questi programmi è ancora abbastanza lunga e complicata.
Certo se l’IA emotiva avesse analizzato la mia espressione facciale alla vista dell’acqua sul pavimento della mansarda, registrando anche le mie espressioni verbali, avrebbe imparato qualcosa di nuovo per il suo data base. Non vado oltre.