157 PILA, un piccolo borgo della Valsesia.

Casa valsesiana perfettamente ristrutturata.

 Ciao a tutti….

Come avevo annunciato nel precedente podcast registrato sulla riva del fiume, tra l’altro spero che si senta la voce…non ne ero tanto sicuro quando l’ho registrato…ecco comunque oggi vi parlerò un po’ di un paese, un piccolissimo borgo, dove ho passato la mia breve vacanza con mia moglie.

Dunque…

Siamo tornati  casa domenica scorsa dalla vacanza in montagna, siamo stati una settimana, in queta valle che porta al Monte Rosa, la seconda montagna più alta dell’Europa. Sul mio sito, Italiano per stranieri con Marco potrete trovare il testo di questo podcast e un po’ di fotografie della Valsesia e del paesino dove sono stato. Ecco quando ho registrato l’ultimo podcast ero proprio nel territorio di questo paese, lungo il Sesia.

Il paesino è Pila, si chiama Pila che è un piccolissimo borgo della Vasesia, Come ho già detto in altri podcast conosco la Valsesia da molti anni. Le prime  volte che sono andato in Valsesia l’ho fatto da ragazzo in moto eravamo si dunque…. alla fine degli anni settanta. Un po’ di anni fa…

Questo paesino piccolo appunto Pila è un paese di origine medioevale beh per l’Italia non è niente di particolare, tutta l’italia più o meno è di origine medioevale, non è una cosa così originale…comunque tant’è… il primo documento che nomina questo paese Pila è del 1200, ma sicuramente l’insediamento originale è precedente.

Bene Pila è uno dei più piccoli paesi della valle. Conta infatti, al giorno d’oggi, 140 abitanti, pochissimi, basti pensare che nel 1861 gli abitanti erano 433 quindi come come molti altri paesi questo villaggio ha perso con il tempo  molti abitanti.

Ovviamente in estate gli abitanti sono di più aumentano perché ci sono molte seconde case e qualche B&B quindi sono certamente di più, non so dire quanti siano in estate.

Dunque farò una descrizione abbastanza particolareggiata, cioè non mi limiterò a dire non so… che tutto è bello, splendido ecc…ma descriverò delle piccole cose, dei particolari anche piccoli ma secondo me caratteristici.

Una delle particolarità delle case di Pila, ma ovviamente di molte case in Valsesia non soltanto a Pila e in è il fatto che hanno i muri a secco (quasi a secco) cioè spesso sono costruiti quasi senza cemento, ma semplicemente mettendo i sassi  perché si tratta di case fatte di sassi, gli uni sugli altri. Uno sopra l’altro.  Questa tecnica è piuttosto difficile da realizzare perché i sassi da usare devono essere incastrati gli uni negli altri molto bene e devono essere scelti con molta cura. Alcuni ovviamente sono un po’ lavorati, ma non molto magari spezzati per trovare l’incastro giusto con gli altri. E’ ovviamente una tecnica di costruzione antichissima che risale assirittura alla preistoria quando non era ancora stato inventato il cemento che unisce, diciamo tiene insieme i vari pezzi, pietre o mattoni che costituiscono appunto i muri. Con questa tecnica sono state costruite in Valsesia, ma un po’ dappertutto, case anche a più piani. Due anche tre. Le potete vedere queste case nelle immagini sul sito. A volte è stato usato comunque anche del cemento per rendere il muro un po’ più stabile. Con questa tecnica, i muri a secco sono stati costruiti in Valsesia anche muretti di recinzione per delimitare dividere le varie proprietà, nei giardini, negli orti, lungo le stradine ma anche nei prati e anche nei sentieri intorno al paese.

Muro a secco a Pila.

Un bell’esempio di casa con muro (quasi a secco). Da notare il tetto in pietra locale.

Un’altra caratteristica delle case di Pila è l’uso del legno per realizzare per costruire per fare le travi portanti e anche i solai. Le travi più grosse sono realizzate con interi tronchi il tronco di un albero, o grossi rami di alberi scelti con cura ovviamente. Anche i tetti delle case sono generalmente in legno e la copertura, la parte sopra, è realizzata con delle pietre locali, con pietre del posto, che hanno una forma particolare sono praticamente appoggiate sulla struttura portante in legno. Tutto ciò deriva dal fatto che la copertura in argilla, cioè le normali tegole rosse diciamo, sono appunto fatte di argilla, sono più difficili da trovare soprattutto nel passato, e sono anche meno resistenti al gelo. Le case moderne quelle costruire dopo, anche qui però hanno il tetto fatto con tegole che alcune volte  non sono di pietra ma sono di cemento e stonano un po’, secondo me, secondo me sarebbe stato meglio imporre, imporre vuol dire obbligare, la realizzazione dei tetti solo con la pietra locale.

Uno scorcio del fiume Sesia.

Ho usato il verbo stonare, ecco questo verbo si usa in musica o in un canto, quando una persona canta ma non riesce a farlo bene, si dice che stona, quella persona è stonata…

Un esempio potrebbe essere…io quando canto, ma canto poco, sono stonato…non sono capace di cantare, sono stonato…

Ad esempio io quando quando sono stonato…Questo verbo stonare si usa però anche quando qualcosa non è adatto ad un certo ambiente. In questo caso le tegole di cemento diciamo che appunto, secondo me, non sono adatte all’ambiente, quindi stonano.

Anche alcune delle stradine interne sono realizzate con pietra locale e sono molto resistenti al freddo e al gelo che in inverno  intenso. Alcune strade sono però in asfalto, un peccato, ma il costo delle strade in asfalto è ovviamente molto più basso. Potremmo dire che in certi punti anche l’asfalto stona un po’. Non è proprio adatto.

Devo aggiungere che l’intero paese è diciamo alloggiato, direi in parte appoggiato su delle rocce che spuntano, che vengono fuori dal terreno, dal terreno.

 Ovviamente come in molti dei paesi montani Pila è sul pendio, cioè sulla parte inclinata, della montagna si chiama pendio, che si affaccia verso sud, così è più illuminato dal sole specialmente in inverno.

Un’altra caratteristica diciamo morfologica di Pila è che il territorio del paese è in parte sul fondovalle, a circa settecento metri di altezza, poi però c’è una parte “alta” che si sviluppa sulle montagne circostanti le montagne intorno e arriva fino a mille e settecento metri.

Ovviamente la gran parte delle case si trova in basso vicino al fondovalle.

 La parte più bassa del paese arriva quasi fino al fiume, il Sesia.

Lì proprio dove c’è il Sesia, c’è un ponte medioevale, ma guarda caso, medioevale, non conosco la data della sua costruzione. E’ un ponte che è stato utilizzato anche  dall’esercito di Napoleone che scendendo dalla Val Sesia si dirigeva andava in pianura per quella che è stata chiamata la campagna d’Italia.

L’armata di Napoleone è entrata da una valle che confina in pratica con la Francia, e la Val Sesia e si chiama la Val D’Aosta che all’epoca di Napoleone era parte della Francia. Era francese. Dunque l’armata, tutti i soldati di Napoleone, scendendo in Val Sesia questa armata ha utilizzato alcuni ponti che già esistevano. Da notare che Napoleone è venuto in Italia per conquistarla e la Valsesia era comoda perché confinava direttamente con la Francia, appunto in Val d’Aosta.

I soldati hanno quindi utilizzavano un ponte sul fiume Sesia, proprio nel comune di Pila dove eravamo noi.  Un ponte che potete vedere sul mio sito. E ora vi racconto una curiosità di questo ponte. I soldati controllavano chi passava su questo ponte e quindi c’era, su una sponda del fiume, diciamo un posto di blocco.  LO potete vedere sul sito. Probabilmente c’erano un po’ di soldati a fare la guardia. All’epoca i soldati portavano un fucile piuttosto ingombrante, pesante  che sulla punta della canna aveva una “baionetta”. In pratica la baionetta non è altro che un pugnale, un lungo e coltello che è  infilato, attaccato in cima alla canna. Con questa arma, questa piccola spada diciamo, i soldati durante le battaglie potevano combattere corpo a corpo (cioè in modo molto ravvicinato) usando queste baionette. Dobbiamo pensare che i fucili dell’epoca non erano molto efficienti, avevano un solo colpo  e per ricaricare ci voleva tempo quindi magari anche trenta o quaranta secondi, quindi era difficile sparare un colpo subito dopo l’altro, poter usare il fucile anche quando non poteva sparare come un arma era molto utile, direi purtroppo. Bene questi soldati, come tutti i soldati non potevano, anzi non dovevano mai abbandonare il fucile. Questa è una consegna, cioè una di quelle cose che i soldati sono obbligati a fare. Anche io quando ero militare avevo l’obbligo di non abbandonare mai il mio fucile. Anche quando andavo in bagno dovevo portare con me il fucile. A maggior ragione dovevo tenere il fucile, diciamo in spalla mentre facevo la guardia.

Ponte medioevale usato dalle truppe di Napoleone.

Posto di guardia, sono visibili le travi in legno.

Posto di guardia dei soldati di Napoleone.

Segni delle baionette dei soldati Napoleonici nella trave del ponte a Pila.

Bene i soldati di Napoleone avevano trovato un modo per non tenere sempre in spalla il fucile che era abbastanza pesante. Infatti quei fucili pesavano circa 5 chili, il medesimo peso più o meno dei fucili che noi avevamo in dotazione nel 1981 quando ho fatto il militare. Vi garantisco che portare in spalla un fucile per molte ore è veramente stancante. Infatti io e molti altri, nonostante l’obbligo di farlo, quando eravamo di guardia, a volte toglievamo il fucile dalla spalla e lo appoggiavamo a terra. Facevamo questa cosa….proibita.

 Al tempo di Napoleone i soldati avevamo lo stesso problema e cosa facevano? Avevano escogitato un piccolo trucco, uno stratagemma, appendevano i fucili alla trave in legno del piccolo posto di blocco. Cioè infilzavano la baionetta nella trave di legno, così il fucile era sempre vicino a loro e magari visto da lontano sembrava che loro lo portassero in spalla, ma in realtà era appeso. Noi come facciamo a sapere questo? Ecco sulla trave del posto di blocco, originale del 1800, ma forse anche prima, ci sono ancora i buchi delle baionette, sono moltissimi e si possono vedere molto bene, io li ho fotografati, li potete vedere sul sito. Una piccola curiosità che risale al tempo di Napoleone.

Ecco il link qui potete vedere le immagini della trave con i buchi delle baionette.

Un’altra diciamo curiosità che vi voglio raccontare è il fatto che a Pila ci sono due piccole chiese con relativi campanili e ovviamente campane che, regolarmente, suonano ad ogni ora e ad ogni mezz’ora. Ma non contemporaneamente, cioè ad esempio alle nove della sera prima suonano le campane di uno dei campanili e circa un minuto dopo si sentono le campane dell’altro campanile. Credo che la cosa sia fatta di proposito per non far sentire in contemporanea il suono delle campane, piuttosto forte.

Bene un’altra caratteristica di questo paesino è diciamo il disordine urbanistico, nel senso che non è un paese perfetto, ma in certi punti è direi…disordinato. Nel senso che le case sono state costruite, anche nel 1800 e sicuramente prima, in maniera un po’ caotica, a volte sono addossate le une alle altre, hanno subito con il tempo modifiche, varianti e aggiunte a volte fantasiose. Ci sono poi parecchie case abbandonate e alcune cadenti (cioè in pessimo stato di manutenzione). Ci sono però molte case belle, ristrutturate molto bene e che hanno mantenuto il loro aspetto originale, con legno e pietra. Anche qui come in tutta la Valsesia c’è diciamo l’impronta dei Walser che come ho spiegato in un altro podcast colonizzarono la valle nel medioevo. Potete trovare altre informazioni su questa popolazione appunto sul mio sito, il titolo del post è proprio i Walser.

Come in molti paesi montani in Italia ci sono case con bellissimi e coloratissimi fiori appoggiati sui davanzali delle finestre, fiori che hanno dei colori bellissimi. Spesso noi ci chiediamo perché i colori anche di semplici gerani in montagna sono più belli, direi più brillanti di quelli che si vedono da noi, in pianura. Sarà l’aria che è migliore.

Una particolarità che si può vedere in questo paesino è costituita da due “lavatoi”. I lavatoi sono i posti dove anticamente, le donne andavano a lavare i panni, erano fatti di pietra e c’era l’acqua corrente che scendeva direttamente dalla montagna. A Pila ce ne sono appunto due conservati molto bene. ovviamente sono stati con il tempo ristrutturati e in parte rifatti, ma la struttura è originale.

Nel piccolo paese ci sono anche molti orti, piccoli e grandi, dove le persone coltivano verdure, pomodori, zucchine, fagiolini, insalata, patate e verze, c’è un po’ di tutto. Vi garantisco che tutta la frutta e la verdura che abbiamo mangiato durante la nostra vacanza era molto più buona, saporita di quella che comperiamo normalmente in città.

Un motivo in più per tornare in questa valle, e in questo borgo, piccolo, non molto noto, ma ancora in parte vero e non contaminato dal turismo di massa.

Il Sesia.

Il Monte Rosa visto da Riva Vadobbia un paese a 15 km da Pila.