165 LE SONDE SPAZIALI CHE INSEGUONO GLI ASTEROIDI.

Ciao a tutti…

Innanzitutto vorrei ringraziare coloro che hanno fatto e fanno una donazione al podcast, è sempre gradita. Bene vorrei ringraziare anche chi commenta i podcast. Qualcuno ha scritto che gli piacciono le interviste, me ne ricorderò. Qualcuno ha detto che era interessante il podcast sui microchip e qualcuno ha apprezzato il podcast su Darwin. Bene i commenti sono sempre graditi, specie se positivi.

In questo podcast parlerò un po’ di astronomia. In particolare di alcune missioni con sonde spaziali  incominciando con una, molto recente, della  Nasa. Questa missione mi ha particolarmente interessato perche è stata una specie di sfida. Una cosa molto azzardata a mio parere.

Parlerò quindi della missione NASA OSIRIS REX (il nome un po’ esotico è l’abbreviazione del nome tecnico della missione)

(ORIGIN SPECTRAL INTERPRETATION, RESOURCE IDENTIFICATION, SECURITY REGOLITH EXPLORER)

Sonde di questo tipo in passato sono già state realizzate con successo dal Giappone nel parlerò.

Dunque l’obbiettivo era quello di mandare una sonda spaziale su un asteroide. Gli asteroidi sono in pratica dei pezzi di roccia che girano intorno al sole. Alcuni non sono molto grandi. Da poche centinaia di metri. Sono anche abbastanza difficili da trovare nello spazio. Sono ovviamente scuri e non emettono luce.

Quindi già avvicinarsi a uno di questi oggetti non è facile. Pensare di radio comandare una sonda fino alla superficie di un asteroide è veramente una sfida.

A questo proposito vi racconto, chi mi segue da un po’ lo sa, io ho fatto delle esperienze con l’elettronica e in fatto di radio comandi ho un piccolo aneddoto da raccontarvi.

Il radio comando è un dispositivo elettronico che consente di far muovere cose diciamo elettriche a distanza tramite onde radio. Sostanzialmente è stato diciamo inventato da Nicola Tesla.

Poi parlerò della missione della NASA.

Dunque eravamo negli anni 70 forse il 1973 74 non ricordo l’anno preciso. Io e mio fratello abbiamo deciso di costruire un piccolo radio comando, con le solite scatole di montaggio. E’ stato devo dire abbastanza difficile montare tutti i componenti elettronici sul circuito stampato. Bene alla fine siamo riusciti. Il radiocomando aveva 4 canali. Cioè poteva mandare 4 diversi tipi di impulsi. Dunque diciamo che un radio comando è formato da: un apparecchio trasmittente ad onde radio in grado di trasmettere solo impulsi elettronici con certe caratteristiche. In pratica era una scatoletta in metallo con quattro bottoni e un antenna. Poi c’era la parte ricevente che noi avevamo messo su una barca di legno. La barca aveva un motore elettrico collegato a un elica e un altro motore collegato al timone che serve per far cambiare direzione alla barca. Abbiamo impiegato forse due o tre mesi per costruirla. Ma alla fine più o meno funzionava. Ma non eravamo molto contenti. Allora ne abbiamo comperata una diciamo già bell’e pronta. Era in plastica bianca e aveva un piccolo radiocomando, una scatola di plastica con un antenna. Aveva sei canali e sulla barca che era la riproduzione di uno Yacht di lusso, c’era ovviamente la parte ricevente.

In conclusione tutto è andato bene, siamo andati al Ticino che è un fiume vicino a noi e abbiamo messo la barca in acqua. Tutto ha funzionato,  per un po,’ poi il radiocomando, non so perché, ha smesso di mandare impulsi e la nostra barca era in mezzo al fiume, cioè in un ansa del fiume. Un ansa è un punto in cui il fiume crea una specie di insenatura, quasi un piccolo golfo e in pratica eravamo in una zona in cui l’acqua era quasi ferma.

In sostanza per far ritornare la barca a riva abbiamo incominciato a tirare dei sassi, oltre la barca, per creare un onda che facesse tornare la barca a riva. Ci abbiamo impiegato una buona mezz’ora, con il rischio continuo di centrare la barca con i sassi. Non c’era per fortuna gente ad assistere alla scena, a dir poco indecorosa!

Bene i radiocomandi della NASA sono migliori, ne sono certo.

E torniamo alla missione spaziale.

La sonda di cui parlo ora, come ho detto, è Osiris Rex, una sonda spaziale partita dalla terra e che fa parte di un programma spaziale che si chiama New frontiers.

Il lancio è avvenuto l’8 settembre 2016 e dopo due anni la sonda è arrivata vicina all’asteroide di nome Bennu.

 Esattamente il 03 dicembre 2018 la sonda ha incominciato a fare foto e a riprendere con una telecamera l’asteroide. Ricordiamoci che un asteroide non sta fermo nello spazio, ma si muove e gira intorno al sole. Quindi la sonda ha dovuto raggiungere l’asteroide e poi stargli vicino cioè in pratica ha dovuto girare insieme all’asteroide intorno al sole. Cosa già di per sé non facile.

L’espressione “di per sé” a volte gli italiani la usano per specificare una cosa.

Faccio un esempio. Un mio amico ha imparato il giapponese, cosa già di per sè molto difficile, poi in più ha imparato anche il cinese. Ecco questo vuol dire che oltre a imparare il giapponese (che anche da sola. cioè senza il cinese è difficile, è una cosa difficile da fare…. ma lui in più ha imparato anche il cinese)…

Aggiungo subito che questo mio amico…non esiste…è solo un esempio….

Ma ritorniamo nello spazio.

Ecco la sonda oltre a raggiungere il meteorite ha dovuto diciamo seguirlo per un certo periodo.

Francamente quasi non riesco a credere che sia possibile che un oggetto, diciamo una macchina, possa compiere una cosa del genere. Chissà quali calcoli hanno dovuto fare i tecnici per calcolare esattamente la velocità la direzione gli spostamenti della capsula. Incredibile.

Oltretutto l’asteroide della missione, denominato Bennu ha un diametro di soli 500 metri. Quindi molto piccolo. Il nome Bennu è anche il nome di una divinità dell’antico Egitto. Un uccello.

Poi il giorno 20 OTTOBRE 2020 la sonda si è avvicina all’asteroide fino a forse un metro e un braccio robotico ha prelevato, ha preso dalla superficie dell’asteroide, un campione di materiale, circa 250 grammi, forse di granelli di roccia. Poi la sonda ha lasciato l’asteroide e si è diretta verso la terra.

Un bel viaggio nel sistema solare che è durato praticamente sette anni.

Il giorno 24 settembre, la sonda si è avvicinata alla terra e ha lasciato diciamo cadere nell’atmosfera una…specie di capsula, diciamo un contenitore con i pezzi prelevati. La capsula è entrata nell’atmosfera terrestre ed è atterrata nel deserto dello Yutah negli Usa.

Adesso gli scienziati potranno analizzare le rocce, diciamo i sassolini che la capsula conteneva. In questi giorni li stanno già analizzando ed è già stato scoperto che nei pezzi di roccia c’è carbonio e acqua. Una cosa molto importante è che in questo caso i pezzi di roccia non sono diciamo alterati, sono intatti diciamo.

Alterare una cosa significa cambiare le sue caratteristiche. Ecco le rocce che ci sono nella capsula non hanno subito il riscaldamento che i normali meteoriti che cadono sulla terra subiscono quando a contatto con l’atmosfera si riscaldano fin o a diventare incandescenti ciò prendono quasi fuoco, bruciano. Ovviamente il calore altera sempre le rocce.

Dunque il 70 per cento dei campioni sarà diciamo messo da parte, non verrà toccato e verrà messo a disposizione per i futuri scienziati. Si fa questo perché si pensa che tra un po’ di anni, non so quanti e non so come siano le procedure, comunque si pensa che tra anni gli scienziati saranno in grado di analizzare meglio queste rocce. Il 4 o 5 per cento dei campioni sarà inviato a Canada e Giappone che sono i soci della missione. Il restante 25 per cento sarà suddiviso tra molti scienziati in vari continenti nel mondo intero.

Ad oggi, come ho detto, si sa già che il materiale analizzato contiene carbonio e acqua. Vedremo in seguito i risultati delle analisi.

Un’altra cosa importante è che la sonda, dopo aver rilasciato sulla terra il contenitore con i materiali è in pratica ripartita, per un’altra missione. Incredibile !

La sonda per decisione della Nasa cercherà di raggiungere un altro asteroide denominato APOPHIS. Questo nuovo asteroide è stato scoperto nel 2004 da astronomi dell’Arizona. A quel tempo gli astronomi pensavano che l’asteroide avrebbe potuto scontrarsi con la terra. Però ulteriori osservazioni hanno escluso questa possibilità. Resta comunque il fatto che nel 2029 l’asteroide passerà molto, ma molto vicino alla terra, a circa 30000 km di distanza dalla superficie. Quindi circa un decimo della distanza tra la luna e la terra. Se pensiamo che il diametro della terra è circa 13.000 km, la distanza a cui passerà APOPHIS è veramente poca.

Anche pensare come facciano gli scienziati a calcolare traettorie così precise è quasi incredibile. In termini astronomici 30.000 km sono pochissimi.

Bene mentre ascoltate questo podcast la sonda OSIRIS è già partita per la sua missione.

Al momento attuale stanno viaggiando nello spazio diverse sonde oltre a quelle famose le Mariner che hanno lasciato il sistema solare.

Vediamone alcune tra le piùrecenti.

Dunque il 14 luglio l’India ha mandato una sonda sulla luna per esplorare il polo sud lunare.

Il 28 aprile 2023 è stata lanciata dall’Agenzia spaziale europea la sonda Jupiter esy moon explorer che è diretta verso Giove per esplorare le sue lune. Arriverà a giove nel 2031.

Nel 2021 è stata lanciata dagli Stati uniti una sonda DART che nel 2022 è andata a schiantarsi con un asteroide. La missione aveva lo scopo di capire se una sonda sarebbe in grado di deviare un asteroide dalla sua traettoria. L’esperimento è perfettamente riuscito infatti l’asteroide ha modificato la velocità con cui gira su se stesso e in parte anche la traettoria.

Tutto questo ovviamente è una prova diciamo per capire se saremmo in grado di deviare un eventuale asteroide in rotta di collisione con la terra. Sembra di sì.

Ricordiamoci che se un asteroide, un meteorite di dimensione abbastanza grandi dovesse colpire la terra gli effetti potrebbero essere veramente devastanti. Questo non tanto per la grandezza dell’asteroide ma soprattutto per la velocità che questi corpi hanno.

A questo proposito c’è una teoria che dice che l’estinzione dei dinosauri sia stata causata milioni di anni fa dall’impatto tra la terra e un grande asteroide che ha alterato il del nostro pianeta portando all’estinzione di moltissime specie esistenti compresi i dinosauri.

Alla luce di questo articolo del National Geographic sono contento che la NASA abbia sperimentato la capacità di influire sulla traettoria degli asteroidi. Resta da vedere se nel caso in cui un asteroide id 10 km di diametro si dirigesse verso la terra noi saremmo in grado di deviarne la traettoria.

 Speriamo di si…e teniamo presente che la probabilità di un evento simile e molto molto remota.