83 IL PENSIERO LENTO E IL PENSIERO VELOCE

Ciao a tutti…

Oggi l’argomento del podcast sarà un po’..direi psicologico. Premetto subito che io di psicologia non so nulla, ho letto alcune cose che mi sono sembrate però interessanti. Su questo argomento esistono anche dei libri che lo trattano[1] in maniera molto più ampia direi. Ma io ne voglio solo parlare un po’, facendo una specie di brevissimo riassunto, cioè dicendo solo le cose essenziali. Un condensato direi (un condensato significa dire solo alcune cose importanti di una teoria o anche di un discorso). Sto parlando del pensiero “lento e veloce”. Dunque…

Il pensiero lento è quello che la nostra mente usa quando ha il tempo di analizzare un “problema”, una situazione in cui ci troviamo e, di solito, è in grado (essere in grado significa essere capaci di fare una cosa). Quindi essere in grado, essere capaci  di prendere decisioni più ponderate, (ponderate significa decisioni prese con più calma, senza fretta, valutando tutti gli aspetti del problema) più adeguate alla situazione da affrontare. E’ una modalità, un modo, appunto “lento” che richiede (cioè ha bisogno) di riflessione e ragionamento ma che può portare ad ottimi risultati se ben sfruttata. (cioè se è usata bene). E’ quella che ha permesso all’uomo di fare scoperte importanti e, probabilmente, di evolversi (cioè progredire) nel tempo e di migliorare la propria condizione di vita. Ha permesso alla nostra specie di “inventare” molte cose, la tecnologia, la medicina, la scrittura.

Il pensiero veloce è quello che prende decisioni rapide, che in situazioni di stress “comanda” e decide cosa fare anche in pochi secondi, a volte in centesimi di secondo. Questa modalità di ragionamento è stata essenziale (cioè molto importante, direi fondamentale) per la nostra sopravvivenza, ci ha difeso dai pericoli della savana[2], dagli animali feroci e dai pericoli naturali. In sostanza (quindi) ha permesso alla nostra specie di sopravvivere, nel corso della nostra evoluzione ha funzionato molto bene. Ma si è ormai capito che a volte “decidere” troppo in fretta non è conveniente, anzi a volte porta alla decisione sbagliata. Riflettere magari usando anche l’esperienza che abbiamo è utile in certe situazioni e porta a grandi risultati. A volte però questo modo di pensare viene “superato” o meglio sostituito dal pensiero veloce che, come detto, “comanda” e decide. Questo accade, a volte, in situazioni di stress emotivo, (cioè quando magari siamo molto stressati o nervosi) o quando dobbiamo decidere cose importanti in poco tempo. In questi casi è probabilmente utile, se possibile, prendere tempo o rinviare la decisione. Dormirci[3] sopra in sostanza. (dire “in sostanza” significa affermare una cosa, dire che è proprio così.) Bisogna però stare attenti a non “procrastinare” troppo le decisioni, cioè a non rinviarle in là nel tempo senza una ragione precisa (procrastinare significa proprio rinviare una decisione senza un valido motivo). Ovviamente questo, il rinviare le decisioni è deleterio (non va bene, può procurare danni). Però a volte succede, si rinviano le decisioni, magari per pigrizia. A volte abbiamo cose da fare e non le facciamo, procrastiniamo, non facciamo le cose, le rinviamo ma non per decidere meglio come farle (pensiero lento) ma per pigrizia.  Ecco ora vorrei raccontare un piccolo aneddoto che esemplifica il concetto di pensiero veloce  e lento. (il verbo esemplificare significa dire qualcosa che può essere un esempio dell’argomento che stiamo trattando.)  Come al solito racconterò  una storia vera, nella quale userò un po’ di modi verbali e la vicenda sarà un esempio di pensiero veloce e lento. Bene…questa storia si svolge quando io ero un ragazzo, avrò avuto forse sedici anni. (ecco qui ho usato il futuro composto “avrò avuto” per indicare una cosa incerta nel passato…vediamo un altro esempio:  dunque…ieri quando sono tornato dal lavoro…saranno state le sette della sera…oppure ieri quando al parco ho incontrato Maria era con le sue amiche, saranno state cinque o sei…cioè non so esattamente quante erano le sue amiche…). Bene dunque avevo più o meno sedici anni. Allora io e altri amici avevamo una “piccola” passione, ci piacevano gli aeromodelli, i piccoli aerei radiocomandati che alcuni ragazzi, ma anche degli adulti, costruivano e facevano volare in un campo alla periferia della nostra città. Il radio comando è un aggeggio[4] possiamo dire che ci permette di comandare a distanza qualcosa di elettrico. Quando apriamo un cancello elettrico usiamo un radiocomando. Ecco bene, vicino alla mia città c’era in effetti una campo con una pista dove gli aeromodellisti (così si chiamano le persone che si divertono diciamo a costruire e a far volare dei piccoli aerei comandati a distanza con un radiocomando) al sabato pomeriggio e alla domenica si radunavano per far volare i loro modellini. (i modellini sono piccole copie di cose reali, ad esempio automobili, aerei, treni, navi) Questo hobby, che si chiama modellismo, è ancora abbastanza diffuso in Italia, forse un po’ meno di una volta ma credo che un certo numero di appassionati ci sia ancora. In quegli anni tutti gli aerei avevano motori a scoppio, (i motori a scoppio sono quelli che vanno a benzina o a gasolio, come quelli delle automobili) ora molti aeromodelli hanno piccoli motori elettrici. Noi avevamo costruito un piccolo modello di aereo ma non aveva il radiocomando, era uno di quei modelli che volano solo in cerchio, intorno a una persona che con alcuni fili molto lunghi può comandare l’aereo e può fargli fare anche delle acrobazie. (le acrobazie sono dei voli con molte salite, discese e virate, curve molto veloci). Oggi credo che non si usino più, diciamo che è una cosa un po’ “vintage”. Dunque…per fare questo avevamo anche comperato un piccolo motore a scoppio. Per giorni io e il mio amico avevamo collaudato il nostro motore   (collaudare significa provare una cosa prima di venderla o di farla funzionare in modo definitivo, di solito un automobile prima di essere venduta viene provata da piloti specializzati, i collaudatori)…ecco  e quel giorno avremmo dovuto far volare il nostro piccolo aeromodello. Bene siamo andati in un campo molto grande dove non c’era nessuno. Ci eravamo preparati molto bene, il nostro pensiero lento ci aveva aiutato a costruire passo dopo passo il nostro piccolo aereo. Era un modello da combattimento, assomigliava, vagamente (cioè non molto, si dice vagamente, una cosa vaga è un cosa a volte non perfetta, si dice anche ho una vaga idea di quello che voglio fare, cioè non ho le idee chiare) ecco sembrava un po’ uno SPITFYRE il famoso aereo della RAF della seconda guerra mondiale. Eravamo entusiasti all’idea di vederlo volare. La prima cosa da fare era però accendere il piccolissimo motore a scoppio, cosa a volte non facile. Bene dopo un po’ di tentativi il motore si è acceso e l’elica girava. Ad un certo punto il mio amico mia ha detto

“Facciamolo andare su di giri[5], vediamo come va!”

Sul motore c’era una piccola leva che regolava la pressione all’interno del motore, girandola da una parte il motore aumentava i giri, girandola dall’altra il motore diminuiva i giri. Bene io ho girato la piccola leva del motore…in un attimo i giri del motore sono andati alle stelle, sono saliti moltissimo e si sentiva un rumore assordante. Il mio amico mia detto subito che così non andava bene, bisognava diminuire la pressione. Io ho tentato di farlo ma forse la leva si sarà inceppata, non lo so… non riuscivo più a girarla in senso opposto. Dopo qualche secondo il mio amico ha emesso un urlo, si è allontanato dal motore e ha fatto cenno a me di spostarmi. Un attimo dopo il motore è letteralmente esploso. Si è distrutto. Una parte del motore è stata espulsa[6], è andata verso l’alto a poca distanza dalla mia testa. Come il proiettile di una pistola. Il mio amico, un attimo prima che lo cosa avvenisse, aveva capito che il motore stava esplodendo (io no) e con il “pensiero” veloce ha evitato guai peggiori, l’urlo ha avuto il suo effetto, non ci siamo fatti male. Abbiamo ritrovato il pezzo del motore a una decina di metri di distanza, fumante in mezzo al prato verde. Ma, potremmo chiederci, cosa sarebbe successo se il mio amico non si fosse accorto di quello che stava per succedere? Esattamente non lo so, certamente se il pezzo di metallo avesse colpito la mia testa mi avrebbe fatto molto male, certamente sarei sopravvissuto ma mi avrebbe ferito forse in modo non leggero, forse sarei finito al pronto soccorso…non lo so. Meglio così devo dire. Il pensiero veloce del mio amico è intervenuto e  gli ha fatto lanciare un grido evitando guai seri. Ecco questo il fatto….però a questo punto vorrei parlare di un’altra caratteristica delle persone, il talento. Il talento, come dice Beppe Severgnini in uno dei suoi libri è importante, e bisogna saper capire, riconoscere il proprio. In quell’occasione il mio amico ha dimostrato un talento per le cose della meccanica. Io no. Severgnini continua poi dicendo che però il talento da solo non basta per riuscire in una cosa, è importante la tenacia, (la tenacia è la capacità di fare le cose con continuità, di proseguire nelle cose che si fanno non farle solo una volta o poche volte). Il mio amico oltre al talento aveva anche la tenacia nel fare le cose. Quello è stato solo un episodio. Poi insieme abbiamo fatto molte altre cose grazie al suo talento, non certamente al mio. Francamento ho capito abbastanza presto che non avevo il talento della meccanica, ma grazie al mio amico e con lui ho fatto tante esperienze divertenti nel campo della meccanica e ho capito di avere un certo talento diciamo nell’elettronica. Talento che ho poi usato per il mio hobby. Certamente come dice Severgnini il talento può essere usato nel lavoro, nella professione e se riusciamo a fare un lavoro nel quale viene diciamo valorizzato il nostro talento tanto meglio.


[1] Trattare = parlare di un argomento.

[2] Savana = pianura con erba tipica dell’Africa.

[3] Dormirci = dormire +”ci”, (pensarci su, pensare bene a una cosa, refletterci,)

[4] Aggeggio = un meccanismo, una cosa meccanica o elettronica.

[5] Su di giri = più veloce.

[6] Espulsa, verbo “espellere” = buttare fuori (il giocatore è stato espulso dal campo perché ha fatto un fallo).