BREVE STORIA DELL’ITALIANO: NASCITA DELLA LINGUA DAL LATINO AD OGGI
storia-italiano

Se stai cercando informazioni sulla storia dell’italiano sei nel posto giusto.

Una statistica del 2015 stima che il 45,9% della popolazione italiana si esprima prevalentemente in italiano in famiglia e il 32,2% sia in italiano sia in dialetto.

Ma come è nata la lingua italiana e come si è evoluta fino ad oggi la storia dell’italiano?

Vediamolo insieme.

La nascita della lingua italiana

La nascita di una lingua, di qualunque lingua, è un argomento a mio giudizio affascinante, a volte un po’ misterioso. Moltissime lingue parlate nel passato sono andate perdute e non le conosceremo mai.

L’italiano non è una lingua “antica” ma è una lingua derivata da una lingua antica, il latino. L’italiano che si parla oggi in Italia e che si studia è in realtà una lingua che nella stessa Italia è parlata realmente da non molti anni.

In Italia infatti ci sono molti dialetti che, fino all’unità del paese, erano usatissimi e costituivano la vera lingua del popolo. Moltissimi italiani emigrati nel mondo cento anni fa in realtà non parlavano l’italiano ma solo il dialetto.

storia-italiano

Storia dell’italiano: lingua romanza

Dunque tornando all’argomento centrale l’italiano è una lingua “romanza”, cioè appunto derivata dal latino.

Fanno parte delle lingue romanze il francese, parlato in Francia Canada e Belgio, il portoghese che si parla in Portogallo e Brasile, il catalano che è parlato in Spagna ed Andorra e lo spagnolo che si parla in Spagna e in America Latina.

C’è poi anche il rumeno che si parla in Romania e Moldavia e l’italiano che si parla in Italia, Svizzera San Marino e Croazia.

In totale le lingue romanze sono parlate da oltre un miliardo di persone.

Dal punto di vista storico la formazione delle lingue romanze è derivata ovviamente dall’espansione dell’impero romano.

Le origini della lingua italiana: il latino

 Già nella Roma antica il latino parlato era però differente da luogo a luogo e nelle varie classi sociali, il latino parlato dal popolo era diverso dal latino parlato dai senatori e dalle classi ricche o dai militari.

Con l’espansione dell’impero le cose cambiarono ancora. Dove arrivavano i romani la popolazione poco alla volta parlava il latino in modo ovviamente diverso da una zona ad un’altra.

Altrettanto ovviamente l’Italia per ragioni geografiche è il luogo dove la lingua è più simile al latino. Un eccezione è stata la Grecia che non ha mai parlato latino e la cui lingua attuale non è derivata dal latino.

storia-lingua-italiana

I greci non volevano parlare latino perché, considerata l’antichità della loro civiltà, si sentivano superiori ai romani, forse giustamente. Notiamo anzi che alcune parole latine e anche dell’attuale italiano derivano dal greco.

Esempi sono le parole problema, tema, teorema.

 L’influenza del latino non si è espansa neppure in Africa, terra di conquista dell’impero, anche se in alcune lingue del medio oriente ci sono parole di derivazione latina. Ma non si parla certamente di lingue romanze.

Un’altra questione importante è capire quale latino si parlava all’epoca dei romani. Certamente già allora il latino parlato dalla gente comune era  diverso dal latino scritto e da quello parlato dalle persone colte.

Un ruolo importante nel cambiamenti linguistici lo ebbe anche l’affermazione e la diffusione del cristianesimo in particolare del lessico usato che cambiò la storia dell’italiano.

Dal volgare all’italiano moderno: l’evoluzione della lingua italiana

Possiamo affermare comunque che fino alla caduta in tutto l’impero romano il latino, un latino volgare, era usato dalle popolazioni conquistate dai romani anche se in modo diverso nelle varie parti dell’impero. Ma dopo il 496, dopo la caduta dell’impero d’occidente, le cose incominciarono a cambiare in modo più radicale.

In ogni zona dell’ex impero si affermarono ancora di più i linguaggi locali che erano molto diversi da una zona all’altra dell’impero e che subirono l’influenza delle parlate locali.

In Italia le invasioni barbariche non influenzarono però la lingua parlata che infatti assunse poche parole dai “barbari”, anche se, ad esempio, alcune parole del dialetto lombardo derivano da termini usati dai longobardi.

Nel medioevo si andarono perciò affermando lingue locali, una specie di latino popolare o un latino volgare (cioè parlato dal popolo) sempre più diverso da una regione all’altra.

Con la caduta dell’impero le comunicazioni tra le varie popolazioni diminuirono e le parlate si differenziarono sempre di più sia dal latino che tra di loro.

 Si stava formando la base dei dialetti. Nel frattempo e durante tutto il medio evo, il latino antico restò in uso nella lingua scritta e nell’uso delle classi alte e nella chiesa.

La storia della lingua italiana: i primi manoscritti

Per trovare uno scritto in una lingua quasi simile al volgare dobbiamo attendere però diversi secoli. Esiste un indovinello, scritto su una pergamena, risalente all’ottavo secolo o forse ancora precedente, chiamato indovinello veronese che è scritto però in un volgare molto arcaico e non ancora formato.

Per trovare un scritto in un italiano più vicino al nostro, anche se ancora molto rudimentale, dobbiamo però arrivare all’anno 960. E’ una specie di testimonianza di qualcuno ad un processo per la proprietà di un terreno nel quale si dice : “sao ke kelle terre per kelle fini ke qui contiene, trenta anni le possette Padri Sancti Benedecti”.

E’ chiaro che questo scritto non è più latino ma bensì un italiano arcaico.

storia dell'italiano

Successivamente altri scritti vengono rinvenuti ma per arrivare a degli scritti letterari dobbiamo aspettare ancora  alcuni secoli quando viene scritto da San Francesco il cantico delle creature.

Più o meno della stessa epoca, forse di qualche anno prima, è la scuola siciliana di poesia in volgare e infine Iacopone  da Todi e successivamente Dante Alighieri usano il volgare per scrivere le loro opere.

 Il volgare toscano diviene quindi la lingua di Firenze del 1200 e 1300. Il volgare viene man mano preferito al latino anche perché nei commerci e nel mondo della borghesia che si sta formando molti non conoscono più il latino e quindi il volgare è più comodo, più facile e meno complicato. I dialetti però sopravvivono nelle varie regioni d’Italia fino ai nostri giorni.

La fine dell’epoca dei dialetti italiani

E’ da sottolineare il fatto che i dialetti italiani così come li troviamo oggi, oltre alla derivazione latina (e alle influenze delle altre parlate) hanno subito l’influenza delle più recenti dominazioni straniere. Il milanese ha parole di derivazione francese, spagnola e tedesca derivante dalle relative dominazioni.

Come detto prima dell’Unità d’Italia la vera lingua di gran parte dalla popolazione non è l’Italiano ma la parlata regionale. All’unità d’Italia sorge infatti il problema di quale lingua adottare per la nuova nazione.

Dopo qualche tentennamento e con il parere favorevole di vari scrittori viene deciso di adottare in pratica l’italiano parlato in Toscana come lingua ufficiale dell’Italia: questa decisione avrà un grosso impatto nella storia dell’italiano.

La decisione se pur approvata da politici e letterati è stata devastante per i dialetti. Infatti con l’introduzione dello studio obbligatorio dell’italiano i dialetti vennero parlati sempre di meno.

Questa decisione fu, probabilmente una decisione politica più che culturale infatti i dialetti, non toscani, hanno una loro capacità di espressione uguale al toscano e quindi all’italiano standard.

Se pur ormai esclusi dai mass media dalla radio o dalla televisione meriterebbero più attenzione e la loro conservazione sarebbe un patrimonio da tutelare. Attualmente si calcola che circa venti milioni di italiani siano ancora in grado di capire e in parte di parlare un dialetto.

A tutt’oggi in molte regioni italiane la popolazione parla il dialetto locale anche se sempre in misura inferiore al passato e anche l’italiano parlato nelle diverse regioni e zone dell’Italia contemporanea ha cadenze e accenti a volte un po’ differenti.

Vi sono poi alcune zone come la Val D’Aosta, l’Alto Adige e il Friuli dove si parla rispettivamente il francese, il tedesco e il friulano. Sono minoranze linguistiche tutelate dalla costituzione italiana.

La storia dell’italiano: la lingua italiana oggi

Guardando al presente e forse un po’ al futuro dell’italiano si può dire che negli ultimi anni sono state inserite nel linguaggio comune molte espressioni e modi di dire tipici dell’inglese. Basta pensare a feedback o meeting, ormai entrati nell’uso comune.

Ciò potrebbe anche non essere un bene per la nostra lingua, ma a mio parere, alcuni termini posso anche essere accettati senza per questo sminuire l’italiano, senza esagerare ovviamente! Quello che potrebbe essere un problema è il progressivo impoverimento dell’italiano, fenomeno dovuto in parte alla televisione e alla radio che diffondo sempre di più un italiano a volte appiattito e privo di un lessico ricco e adeguato.

Un dato da notare è comunque che ora l’italiano è più studiato e apprezzato di un tempo, infatti è attualmente, la quarta lingua più studiata al mondo dopo l’inglese, il francese e lo spagnolo lingue con una diffusione molto maggiore della nostra.

Spero di averti aiutato a meglio comprendere la storia e lo sviluppo della lingua italiana.

Se hai domande non esitare a lasciare un commento qui sotto o a contattarmi direttamente.

Se invece stai studiando l’italiano e vuoi sapere come migliorare ti rimando al mio articolo su come imparare l’italiano.

Un saluto,
Marco

PS. Studi italiano e vuoi migliorare la lingua rapidamente ?

Ho da poco creato una COMMUNITY GRATUITA DI STUDENTI DI ITALIANO dove condivido materiale e rispondo alle domande degli studenti.

Solo per poco tempo stiamo approvando nuovi membri.

Clicca il pulsante qui sotto per accedere e migliorare l’italiano insieme a tanti altri studenti!