IL VOLO DELLA LIBERTA’ (intermedio)

Nella capanna (hut) più ad ovest del villaggio di Peon, immerso tra gli alberi della palude (swamp) di Taban, viveva un ragazzo di nome Kalì.

Non appena uno spiraglio di luce (glimmer of light) gli accarezzò lo scuro viso, il giovane si svegliò di soprassalto (he wok up with a start), si alzò dal suo giaciglio di paglia, (strow bed) aprì la piccola porta di legno e guardò fuori: un sommo (great) silenzio avvolgeva il villaggio ancora addormentato e solo allora si ricordò che quel giorno era giorno di festa e non avrebbe dovuto andare in miniera a lavorare. La giornata oggi era proprio diversa e, pregustando (foretaste) il dolce far niente, Kalì tornò a coricarsi. Poche ore dopo l’intero villaggio si ritrovò ai piedi di Albatrus per dare inizio ai festeggiamenti.

Albatrus era un enorme marchingegno (great machine) che, secondo alcune voci, si sarebbe chiamato comunemente “aereo”. Le sue origini risalivano a qualche anno addietro quando, in una notte d’estate, l’intero villaggio si svegliò a causa di un forte boato (roar) e di una luce intensa. Il popolo, spaventato e incuriosito, avvicinandosi alla fonte dell’evento, si trovò di fronte a qualcosa di straordinario, mai visto prima: un grande uccello dalle ali possenti (mighty wings) con un becco (beak) molto lungo e delle zampe a forma di ruota. Da quel giorno il volatile nominato “Albatrus” venne divinizzato (deify) e il popolo gli rivolgeva le sue preghiere.

Kalì non lo considerava come un dio ma riconosceva in questo qualcosa di enigmatico soprattutto (above all) perché nemmeno suo nonno era riuscito a spiegargli il perché di quel boato e di quella luce. Trascorsa la giornata (spent the day) di festa Kalì si coricò a letto. Ma l’odore nauseabondo (nauseating smell)della palude, il caldo soffocante (hot stuffy) e il ronzio di una zanzara, (buzzing of a mosquito) tennero il ragazzo sveglio per tutta la notte. Allora ripensò ai racconti del suo caro nonno costellati (studded) di cieli sereni e sorridenti terre fertili e colorate, profumi intensi e suoni soavi e alla frase che spesso gli ripeteva : “il futuro appartiene a tutti coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”.

Kalì credeva a tutto ciò e il desiderio di sapere che cosa ci fosse al di là della palude cresceva in lui di giorno in giorno. Il suo sogno era di poter rompere e oltrepassare (overstep) quel confine come i grandi uccelli che volano liberi nel cielo. Allora un pensiero repentino (sudden thought) gli balenò nella testa: Albatrus, il grande uccello che dormiva imprigionato nell’acquitrino, (lagoon) forse poteva  risvegliarsi!

Nonostante da sempre fosse proibito dalla legge del villaggio toccarlo, Kalì si fece coraggio, attraversò la foresta e arrivo all’aeroplano: si issò (hoisted hiself up) a fatica sulle ali, si calò dentro il piccolo buco e si ritrovò seduto con le gambe rannicchiate (legs huddled). La fioca (dim) luce della luna illuminava strane leve e lancette (hands) morte su numeri sbiaditi (faded). In preda a una forza sconosciuta, il ragazzo prese in mano la leva e smanettò violentemente ma l’aereo  non diede alcun segno di vita.

Chiuse allora gli occhi, fece un profondo sospiro e si abbandonò ai suoi pensieri reclinando la testa all’indietro. Immaginò di essere là, con i grandi uccelli, oltre quel mondo in cui viveva faticosamente.

Fu in quel momento che l’aereo produsse un fremito (trill) simile al brontolio (rumble) dello stomaco del suo pilota nei giorni di maggior fame. Faticosamente si alzò dal suolo, superò le chiome degli alberi (foliage of trees) e si immerse in un blu profondo. Kalì, scosso dal sogno, riaprì gli occhi e si accorse di volare accanto a vellutate nuvole e a grandi uccelli, sopra verdi valli e candide montagne, illuminate da una luce finalmente amica.

Ora non avrebbe più temuto la vita.

Tratto da : Mille e una storia, autrice Alice Cattaneo.