JACKIE

 

 

Era una giornata invernale come tante e Andrea tornava da Milano con l’ultimo treno per Busto. Durante i suoi viaggi amava leggere, in particolare biografie. Lo incuriosiva conoscere la vita di altre persone. Prima di comprendere il significato della propria esistenza in molti avevano avuto bisogno di ottenere tutto per poi perderlo, altri invece non avevano mai smesso di lottare per i propri ideali.

“Ferma a Legnano?” esclamò un uomo salendo.

“Si”, rispose Andrea con un sorriso.

“Grazie” ribatté l’uomo sedendosi di fronte al ragazzo.

Era grosso, alto, di pelle scura, sulla quarantina, capelli neri cortissimi, un paio di jeans chiari e un grosso piumino allacciato fino al collo per proteggersi dal freddo.

“Ho degli amici a Legnano, ex compagni d’armi, ma vivo in America”.

Andrea non si chiese come mai avesse iniziato a parlargli di sé, era abituato ad incontrare personaggi curiosi, ricordava ancora quel Dj francese con tutti i denti d’oro, che gli aveva raccontato della vita notturna parigina, ed era rimasto ad ascoltarlo affascinato.

“Si? In America dove?” ribattè Andrea.

“Rhode Island, nord di New York” precisò “Comunque piacere, my name is Jackie”.

Era passato molto tempo dall’ultima visita di Jackie in Italia e nonostante parlasse in modo fluente spesso introduceva termini inglesi.

Andrea rispose con il suo nome sorridendo al nuovo compagno di viaggio che subito riprese. “Lavoro in una agenzia di spedizioni internazionali, ma sono qui in vacanza, niente lavoro! Se si lavora sempre non si ha più tempo per sé stessi, per la famiglia, gli amici…ho amici anche in Spagna sai!” continuò.

“Dove?” chiese Andrea.

“A Madrid, e ti consiglio una churrascharia vicino a Palacio Real che è unica, cioccolata e churros, very good!” escalmò Jackie con una risata.

“Ricordo che una sera incontrai un giovane, era un po’ ubriaco, mi si avvicinò e disse: non puoi dire di conoscere veramente Madrid se non ti sei perso almeno una volta e hai poi ritrovato la strada di casa. Mi fermai a pensarci, ed è vero, il modo migliore per conoscere un posto è perdersi, per poi ritrovare la strada…tu ti sei mai perso?”

“Una volta sì, ero senza navigatore, ma ho ritrovato la strada” disse Andrea arrossendo.

“E dimmi boy non ti ha insegnato a saperti muovere meglio?”

“Sì, ho scoperto una strada migliore”.

“And that’ s good! E’un’ottima cosa” esclamò Jackie battendo le mani sulle gambe.

“E’ quando non hai il navigatore che impari le strade, ma devi saperti perdere boy, e se ti dicono che è stupido tu sorridi e non pensarci…e gira il mondo! Impara dalle altre culture, ma non dimenticare mai la strada di casa, la cosa più importante è quello che hai qui…e qui” disse indicando con un dito prima la propria tempia, poi il cuore.

“Sono i tuoi sogni”

Andrea ascoltava in silenzio.

“Tutti gli uomini che hanno contribuito a rendere grande questo piccolo mondo, erano mossi da un desiderio, da un sogno”

Andrea ripensò alle numerose biografie che aveva letto, era vero.

“Il futuro appartiene a tutti coloro che credono alla bellezza dei propri sogni, e che non smettono di crederci nonostante le avversità” continuò Jackie più serio.

Andrea ripensava ora ai suoi viaggi, ai suoi sogni. Ad un tratto lesse il cartello Legnano dal finestrino, incrociò lo sguardo del compagno di viaggio.

“Ho visto boy” esclamò Jackie alzandosi “il nostro viaggio insieme termina qui, mi raccomando, perditi un po’ ogni tanto”.

“Lo farò” rispose Andrea sorridendo, ancora avvolto da mille pensieri.

 

 

Tratto da :MILLE E… UNA STORIA raccolta di racconti. GMC editore. Autore del pezzo Simone Pollastri.